PROTAGONISTA : Sean Penn...maestoso nel calarsi nei panni di questa ex-rockstar, con l'aspetto del cantante dei "The Cure" e i modi di fare, di muoversi e di parlare dell' Ozzy Osbourne visto nel relativo reality show!
COLONNA SONORA : decisamente degna di nota, anche per via di un inframezzo musicale("This must be the place" appunto) davvero piacevole nel bel mezzo del film, tenuto da David Byrne...chi sarebbe costui?costui è il cantante dei "Talkin heads", che appunto nell'1983 scrissero la canzone che da il nome a questo film. Ovviamente ha scritto anche le altre musiche del film.
GNOCCA DI TURNO : questa volta vince, e anche a mani basse direi, la darkettona Eve Hewson, irlandese del 91, figlia di Bono degli U2, che interpreta Mary, giovane amica del buon Cheyenne(Sean).
VOTO : 3 stelline.....perchè piace, ma la sensazione è che manchi qualcosa.
Più o meno tutto internet è pieno di recensioni di questo film, quindi eviterò di raccontarvi tutto quello che si potrebbe dire. La trama ci dice che questo Cheyenne è un'ex rockstar 50enne, con il cervello parzialmente bruciato dall'eroina e dall'alcool, straricco grazie alle cosiddette "royalties", che di per se è tra l'annoiato e il depresso, ma ciò nonostante continua a fare del gran sesso con la moglie pompiere, che ama alla follia nonostante lo umili sistematicamente ogni volta che giocano a una sorta di squash in una piscina vuota!
I drammi del film sono 2 :
DRAMMAUNO : una vecchia amica sua, nonchè madre della darkettona, è andata in crisi depressiva d'attesa perchè il figlio le è fuggito di casa e non si sa perchè dove e come, così questa passa il tempo alla finestra a farsi un milione di sigarette aspettando che torni, provocando un'inevitabile depressione "d'associazione" alla figlia. Quasi giustificata direi.
DRAMMADUE : al nostro Cheyenne muore il padre di vecchiaia, padre con cui non parlava da tipo 30 anni, e la qualcosa sconquassa un po la psiche piuttosto labile del nostro protagonista, il quale, un po per accettare di diventare adulto, un po per fare qualcosa, un po per riavvicinarsi alla sua figura paterna dopo essersi accorto che il distacco fu dovuto per lo più a causa sua, decide di portare a termine "la missione di vita" del genitore:
trovare il criminale nazista, ormai 95enne, che lo umiliò pubblicamente nel campo di concentramento.
Premesso che il mio compare "Piadì", dopo il film, pur di scaricarmi questa recensione, è fuggito addirittura a Roma, che di questi tempi se non hai un ottimo skipper, o quantomeno un optimist, difficilmente giri....questo film ci è generalmente piaciuto, provocando anche un buon dibattito post film.
In realtà lo sviluppo del DRAMMADUE è in pratica il film. Va detto però, che la surrealtà del personaggio, messo a confronto con situazioni di vita, purtroppo, abbastanza normali, da un impatto abbastanza comico, per via della sua capacità di affrontare effettivamente queste stesse situazioni. Diversa invece l'idea che il regista vuole far trasparire durante l'iter introspettivo ed effettivo che Cheyenne compie(il tema del viaggio è al centro di questo film, nonchè uno dei più titolati all'esame di maturità!), perchè il confronto con altre realtà, che possono essere, in ordine:
-la crisi americana,
-le difficoltà delle ultime generazioni,
-chilometri di strada identica e vuota per arrivare da una città a un'altra
-casi umani inquietanti,
-ragazze che non sanno affrontare il problema di far durare il rossetto fino a sera,
-la depressione che coglie ormai una donna su tre,
-il pistacchio più grande di sempre
-e le finte basette dei rabbini ebrei,
vuole farti apparire il nostro protagonista un po meno strano di quello che in realtà è, facendoti anche apprezzare alla fine quella risatina tipo fischio che all'inizio odi con tutto te stesso!
Quindi tutto ruota intorno a questa figura obiettivamente distaccata dal resto della società, e forse anche un po da se stessa, che ciò nonostante mostra una sensibilità superiore rispetto al normale e che finchè sarà appesantito da mille(suoi) problemi, avrà sempre con sè o il carrello della spesa o un trolley....ma ciò che trapela, o meglio, lo spaccato che il regista ci dà, è che, sì, lui è strano e su questo non ci sono dubbi, ma che tutto sommato nel mondo, specialmente quello del Midwest americano, di gente anche più strana e inquietante ce n'è davvero tanta!
Il film è decisamente particolare e anche notevole soprattutto dal punto di vista dei dialoghi , spesso riempiti di tante belle parole con tempi tecnici e, spesso, anche comici importanti.
E' vero che non tutti i film vogliono mandare dei messaggi ed è inutile andarli a cercare dove non ci sono....ma diciamo che l'unico neo di questo film è che è evidente che vuole lasciarti un messaggio...il problema è che sinceramente, per lo meno per quanto ci riguarda, NOI NON L'ABBIAMO CAPITO!
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| Cos'avrà voluto dire?.. |
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