Non so se è merito del fatto che ora che ho gli occhiali ci vedo meglio o se ho concatenato una serie di scelte sbagliate in sala, sta di fatto che l'unica vera, notevole e reale eccezione a una generale mediocrità, sembra darla solo HUGO CABRET di Martin Scorsese.
Film fantastico in entrambi i due sensi, che tra favola e poesia ci racconta un po la storia del cinema e dell'emozioni che questo sa dare. Ambientato nella Parigi degli anni '30, racconta in realtà la storia di Georges Melies, secondo padre del cinema dopo i fratelli Lumiere, ma lo fa all'interno di un contesto e di una storia che rende questo film semplicemente meraviglioso, nonostante rientri nella categoria "per famiglie", genere ben lontano rispetto a ciò che a reso gigante il nostro regista italoamericano. La sensazione che si ha guardando questo film, e soprattutto guardando gli spezzoni di vecchi film che si vedono, è che davvero il cinema a volte è in grado di regalare qualcosa di magico e di speciale...questa pellicola nominata all'oscar è un capolavoro imperdibile a mio avviso.
Detto ciò veniamo invece a quella massa di film a mio avviso deludenti e mediocri, che noi italiani siamo così bravi a fare, tanto che anche uno del calibro di Woody Allen, che sottolineo io adoro, ha pensato bene di omaggiare facendo anch'egli un brutto film sui generis , ovviamente girato in Italia.
Partendo da POSTI IN PIEDI IN PARADISO, che dici, figata, torna Verdone in regia, c'è anche Favino che gli americans ogni tanto infilano in qualche loro film, poi vai su mymovies e ti ci trovi pure tre stelline...insomma un sacco di aspettativa. Dopo il film ti ricordi tre cose : la scena in farmacia con Lillo di Lillo&Greg, il tentativo di furto nella casa sbaglaita, Micaela Ramazzotti. Punto.
Ma l'apoteosi dell'insoddisfazione arriva ovviamente con TO ROME WITH LOVE, film in cui Woody sembra dire, io mi scrivo i testi per me che sono sempre geniali e per la mia scena che è evidentemente l'unica importante, per tutto il resto pensateci voi da soli o chiedete ai Vanzina, massimi esponenti dell'italianità che voglio rappresentare. Eh già...perchè quello che va in scena non è altro che un film a storie che nemmeno si incastrano, tipicamente italiano, visto però con l'occhio dell'americano..quindi con un sacco di stereotipi di un'Italia che probabilmente non esiste più o non è mai esistita, ma solo iperbolicamente rappresentata...ma vai un po a spiegarglielo a questi dell'oltreoceano!
D'altronde è un po come con il Jersey Shore, dove degli idioti si spacciano per italiani, perchè tipo il loro trisavolo ha passato i suoi primi 4 anni in Italia prima di sbarcare in America, più di un secolo fa...non basta che sai dire "ciao, come stai bella" per non essere un semplice americano idiota.....is not our fault!
Detto ciò , per quanto sia bella Roma, sinceramente non basta ...un po come se mettessi la dea Angelina Jolie con un, non so, Johnny Deep, in quel di Venezia, e poi fai un film senza se ne ma, ma che poi quando esci dalla sala senti dire :"tutto sommato non è male...quant'è bella Venezia!!"....ti pare?
Disastroso mix di attori sottopagati o non pagati italiani con star di hollywood che per non far sentire troppo il gap fanno parti inutili o assurde, tipo il vecchio Baldwin che non si è ancora capito perchè e in che ruolo abbia recitato in questo film. A nulla serve mettere Benigni e la sua mimica, se la storia di fondo è tendente all'essere pessima e mal'elaborata, oltre al fatto che sta cosa della satira contro il demerito di un successo senza merito, per quanto giustissima, ha, detto fra di noi, un po rotto le palle. Apoteosi dell'apoteosi della delusione e dello stereotipo del filmetto mediocre di stampo vanziniano la scena in cui Scamarcio dopo un mezzo furto ridicolo si ritrova a letto con la Mastronardi....inaccettabile da uno come Allen, che da come si evince dai suoi dialoghi e dall'ultimo Midnight in Paris, credo sia nel pieno del panico tra nevrosi, assenza di sesso e paura della morte.
Quasi nell'anonimato e forse a ragione, è invece passato un film, THE DOUBLE, con attore protagonista il mai abbastanza vecchio ma vecchio da un sacco Richard Gere, che a mio avviso, da amante dei film di spionaggio, si muove su un'ottima idea di fondo...peccato solo che ci si muova male, davvero tanto male. Una menzione la merita sempre e comunque invece Martin Sheen, per aver messo al mondo quei due fantastici idioti dei suoi figli, tra cui il re Charlie.
Ora ovviamente non è che uno si aspetta che Michael Brandt, regista di Fast&furious o di Wanted(si quella cagata con la Jolie....cominciano a essere tantine ste cagate è Angelina, che dici?)ti tiri fuori un film alla Hitchcock , o tipo la serie Bourne o i libri di Ian Fleming , ma da questi a riuscire a fare una spy-story dove sveli tutto o quasi, praticamente da subito, senza dare alcun colpo di scena, ce ne passa eh...voglio dire... non è proprio una grande idea se fai questo genere, lo capisci?bah....non so per quale motivo ma l'impressione è che questo film, oltre che per dare qualche soldo al buon vecchio Richard, sia fatto un po a cazzo, come per dire...mi raccomando ragazzi facciamo combaciare tutti i punti, tutto deve tornare, evitiamo di complicare troppo la trama, sai che poi la gente si chiede "ma poi questo perchè?""quello non è spiegato""questo cosa voleva dire"...ho una grande idea per evitare cose assurde o irrisolte...eh già...di fatti dopo una prima mezz'ora figa, l'unica cosa che succede di davvero importante, sono i titoli di coda!
Da vedere in una noiosa serata estiva in streaming!




